Con una recente sentenza del 22 dicembre 2023, la Corte di Cassazione ha chiarito che il componente del CDA (Consiglio di Amministrazione) in una società di capitali può legittimamente testimoniare in un giudizio che vede come parte la stessa società.
Secondo la Corte: “nei giudizi in cui una società con personalità giuridica sia parte (o comunque possa avervi interesse a o partecipare nella qualità di parte), non possono essere chiamate a testimoniare, a norma dell’art. 246 c.p.c., le sole persone fisiche che, in virtù del rapporto di rappresentanza organica, siano legittimate processualmente a costituirsi in nome e per conto di detta società, rappresentandole (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. cc 19498 del 23/07/2018; Sez. 2, Sentenza n. 14987 del U 07/09/2012; Sez. L, Sentenza n. 7028 del 17/07/1998; Sez. 2, o Sentenza n. 9826 del 11/11/1996; Sez. L, Sentenza n. 2580 del 19/04/1980; Sez. 3, Sentenza n. 241 del 17/01/1966).”
In altre parole, il consigliere che fa parte del CDA, laddove non abbia alcun potere di rappresentanza della società, può senza dubbio esser chiamato a testimoniare in giudizio.
Nettamente opposto il caso, invece, in cui il consigliere sia anche l’amministratore delegato o abbia un determinato incarico di rappresentanza della società in quel preciso settore per cui è causa. In questo caso, avendo un interesse giuridico e concreto correlato al ruolo rivestito, il soggetto sarà incapace a testimoniare.
Sentenza integrale scaricabile qui: