La Commissione Tributaria Provinciale di Lucca, con la sentenza n° 147/20, ha annullato la verifica dell’Agenzia delle Entrate, la quale aveva ricostruito i ricavi “in nero” di un ristorante orientale della zona con il metodo dell’accertamento da “bottigliometro“; il contribuente era stato assistito dall’Avv. Federico Marrucci e Maurizio Naseddu dello Studio Tributario Arcadia.
Che cosa è il “bottigliometro”?
E’ una tipologia di avviso di accertamento del Fisco con il quale ipotizza presunti ricavi non dichiarati (“in nero”) del contribuente sulla base dell’acquisto di bottiglie di acqua acquistate a cui corrisponde – in linea teorica – un ricavo, inteso come somministrazione del cibo al cliente del ristorante.
La tesi del Fisco
L’Agenzia delle Entrate aveva ricostruito – applicando i principi del “bottigliometro” – un maggior ricavo di €. 400.00,00 e la verifica si fondava sui litri di acqua acquistati nel 2015 e, per tale ragione, contestava la mancata fatturazione di ricavi al ristorante, come somministrazione dei relativi pasti ai clienti.
La vittoria del contribuente
I giudici lucchesi accoglievano il ricorso dell’imprenditore, il quale – grazie ad una relazione tecnica – dimostrava che le bottiglie di acqua non fatturate erano state necessarie per la “preparazione dei piatti“.
Ebbene, i giudici osservavano che la “quota pari al 10% di acqua destinata ad usi diversi”, applicata dall’Ufficio, era sprovvista di alcuna base giuridica, pertanto veniva censurato il mancato assolvimento dell’onere della prova sia in sede di PVC che di successivo accertamento.